Parco del Serio
Storia
La volontà di tutelare l'ambiente fluviale risale al 1973, quando le Province di Cremona e Bergamo formularono la proposta di salvaguardia, che si concretizzò nel 1985 con la L.R.70. Le motivazioni dell'istituzione sono da ricercare, oltre che nell'intento protezionistico di ciò che resta del corredo naturale tipico dell'ambiente perifluviale, nella volontà di impedire il progressivo deterioramento del territorio, intervenendo nella riqualificazione delle singole componenti e nel recupero dei valori naturali, storici e culturali.
Carta d'identità
- Denominazione: Parco Regionale Serio.
- Superficie a terra (ha): 7.750,00.
- Regioni: Lombardia.
- Province: Bergamo, Cremona.
- Comuni: Bariano, Calcinate, Casale Cremasco-Vidolasco, Castel Gabbiano, Cavernago, Cologno al Serio, Crema, Fara Olivana con Sola, Fornovo San Giovanni, Ghisalba, Grassobbio, Madignano, Martinengo, Montodine, Morengo, Mozzanica, Pianengo, Ricengo, Ripalta Arpina, Ripalta Guerina, Romano di Lombardia, Sergnano, Seriate, Urgnano, Zanica.
- Provvedimento istitutivo: LR 70 1/06/1985.
- Ente Gestore: Parco del Serio.
- Altimetria: altezza minima 54 m slm; altezza massima 240 m slm.
Flora
La copertura arborea che caratterizzava nel passato il territorio seriano è oggi sostituita da un'esigua vegetazione boschiva dominata dalla robinia e da altre specie esotiche che hanno preso il sopravvento sulla flora autoctona, stravolgendo il paesaggio botanico del fiume. Sono presenti circa 100 specie tra alberi, arbusti e lianose, di cui almeno 30 autoctone.
Tra gli alberi sono da ricordare i salici, i pioppi, gli aceri e le più rare querce, mentre tra gli arbusti il sanguinello, il sambuco, il biancospino e la rosa selvatica.
Limitata è invece la presenza di vegetazione palustre (tife, giunchi).
Fra le erbacee, attualmente in fase di studio, si segnalano, quale ultima testimonianza di antichi boschi, il mughetto, il dente di cane, il bucaneve e la rosa di natale. Di particolare significato la presenza di alcune specie di orchidee.
Fauna
L'ittiofauna (circa 30 specie) si differenzia in relazione al regime idrologico: a N è tipica di acque correnti poco profonde a fondo ciottoloso, mentre nel tratto centrale e a S di acque più profonde e a corrente più lenta.
Tra gli invertebrati sono in fase di studio le libellule, le farfalle e alcuni macroinvertrebrati acquatici quali indicatori della qualità delle acque.
A forte rischio di scomparsa tutte le specie di anfibi (tritoni, rospi, salamandre, raganelle e l'endemica rana di Lataste) ed i rettili.
L'avifauna conta circa 140 specie rilevate, di cui 40 nidificanti; sembra che il loro numero sia in aumento nonostante il degrado ambientale. Sono stati installati 200 covatoi artificiali e sono operative alcune stazioni di inanellamento. Da segnalare la presenza della pavoncella (vanellus vanellus), simbolo del Parco, e del pendolino (remiz pendolinus).
I mammiferi sono poco conosciuti e rilevati: diffusi riccio, talpa, lepre e coniglio, in forte aumento la volpe, mentre donnola, tasso, faina e puzzola sono più rare, come pure ghiro e moscardino.
Ultimo aggiornamento:
14/02/2019