Il suffisso finale "engo", dichiara un'origine longobarda del borgo. Un altro toponimo, Supravalle usato talvolta nei documenti medievali, sembra in contrasto con la denominazione tradizionale, ma probabilmente precisa solamente il luogo più alto e quindi al riparo dalle frequenti alluvioni delle parti sottostanti. Il paese per la vicinanza con Crema, fa parte del contado della città, ed è da sempre legato alle vicende del capoluogo.
Fu, infatti, fortificato con due torri (Torre di Sopra e Torre di Sotto) lungo l'asse viario principale, agli inizi del quattrocento sotto la signoria della famiglia cremasca dei Benzoni. Fu spesso sede d'accampamento di truppe occupate a difendere o ad assaltare la città. Nel territorio del paese le famiglie aristocratiche di Crema avevano ampie proprietà fondiarie sulle quali costruivano residenze di campagna o ville (Torre dei Zurli).
Le chiese
Sul versante ecclesiastico Pianengo aveva un'antica chiesa dedicata a Sant'Ambrogio sede della parrocchia; altri edifici sacri ricordati dalle fonti sono Santa Maria, San Bassiano, San Lorenzo o Vincenzo, San Martino o Marino. Alcuni oratori, esistenti o costruiti nel tempo, inoltre si trovano presso la Torre di Sopra (Santa Maria ad Nives distrutta nel secolo XX), la Cascina Gavazzoli (Beata Vergine del Rosario sconsacrata), la Torre di Sotto o dei Zurli (Immacolata Concezione) e presso la Cascina Saletti, un tempo degli Zurla ed ora nel territorio del Comune di Crema (Santa Croce, distrutta). Intorno al 1421 giunse a Crema San Bernardino da Siena per la sua opera di predicazione; il santo risiedette in tale periodo presso il piccolo cenobio francescano di Pianengo, per alcuni storici, fondato dallo stesso San Bernardino, situato accanto alla chiesetta Santa Maria in Silvis.
Con la decadenza della chiesa di Sant'Ambrogio (demolita perché fatiscente alla fine del cinquecento), e il trasferimento della sede parrocchiale di Pianengo a San Pietro in Crema, la chiesa di Santa Maria in Silvis e il convento francescano aggregato assunsero un ruolo sempre maggiore nella vita religiosa e civile del paese. I francescani ereditarono di fatto il ruolo di vicari del parroco di San Pietro, e Santa Maria divenne in pratica la chiesa parrocchiale.
La dipendenza giuridica del parroco di San Pietro dei francescani di Pianengo, creò qualche tensione nel corso dei secoli tra i religiosi ed il vescovo di Crema, che minacciò di togliere la gestione della parrocchia e di costruire una nuova chiesa per il paese. Risolte le controversie giurisdizionali con l'appoggio della gente, i religiosi rimasero in paese fino alle soppressioni della fine del settecento. Da allora la chiesa di Santa Maria in Silvis è retta da sacerdoti secolari ed è diventata chiesa parrocchiale. Il bel convento quattrocentesco fu venduto alla famiglia Zurla e trasformato in azienda agricola. Attualmente restano due lati di uno dei due chiostri originari.
Gli ultimi secoli
L'economia del paese è stata per secoli prevalentemente agricola, dall'ottocento si assiste all'avvio di una limitata industrializzazione con l'insediamento di una filanda; nel novecento si aprono in paese altre realtà produttive nel campo artigiano, in quello industriale e nel settore del terziario legato ai servizi.
Profilo istituzionale del Comune di Pianengo
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Fino al 1797: Nel 1192 la località appare nominata nel diploma imperiale con il quale l’imperatore Enrico VI riconobbe a Cremona la giurisdizione sul territorio circostante Crema. È citato nella convenzione, stipulata il 9 aprile 1361 tra il podestà di Crema e i consoli dei comuni delle porte per la manutenzione di vie, ponti e strade del territorio, tra le ville del contado di Crema, appartenenti alla Porta di Pianengo. Gli Statuti di Crema del 1536 citano il console di Pianengo, elencato tra i comuni della Porta di Pianengo. Alla fine del XVII secolo Pianengo è estimato tra i comuni del territorio cremasco.
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1798 - 1809: Secondo la legge emanata in data 1 maggio 1798 il comune di Pianengo era uno dei comuni del distretto 18 di Offanengo del dipartimento dell’Adda (legge 12 fiorile anno VI a). Secondo la legge emanata in data 26 settembre 1798 Pianengo era uno dei comuni del distretto IX di Crema del dipartimento dell’Alto Po (legge 5 vendemmiale anno VII). Secondo la compartimentazione della Repubblica Cisalpina pubblicata con la legge emanata in data 13 maggio 1801 Pianengo era uno degli 81 comuni del distretto II di Crema del dipartimento dell’Alto Po (legge 23 fiorile anno IX). Con decreto datato 8 giugno 1805 il comune di Pianengo in applicazione della legge del 24 luglio 1802 e in virtù dei 542 abitanti fu classificato come comune di III classe e era uno dei comuni del cantone I di Crema del distretto II di Crema del dipartimento dell’Alto Po (legge 24 luglio 1802; decreto 8 giugno 1805 a). In base al compartimento entrato in vigore dal 1 gennaio 1810, pubblicato in seguito alle concentrazioni dei comuni avvenute in attuazione del decreto 14 luglio 1807, il comune di Pianengo fu concentrato nel comune denominativo di Sergnano (decreto 14 luglio 1807; decreto 4 novembre 1809).
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1816 - 1859: Con l'attivazione dei comuni in base alla compartimentazione territoriale del regno lombardo-veneto, Pianengo faceva parte del distretto IX di Crema della provincia di Lodi e Crema (notificazione 12 febbraio 1816). In forza del successivo compartimento territoriale delle province lombarde, Pianengo era un comune con convocato del distretto IX di Crema della provincia di Lodi (notificazione 1° luglio 1844). Nel 1853 Pianengo, comune con convocato e una popolazione di 799 abitanti, fu inserito nel distretto V di Crema della provincia di Lodi e Crema (notificazione 23 giugno 1853).
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1859 - 1927: In seguito all’unione temporanea delle province lombarde al regno di Sardegna, in base al compartimento territoriale stabilito con la legge 23 ottobre 1859, il comune di Pianengo con 819 abitanti, retto da un consiglio di quindici membri e da una giunta di due membri, fu incluso nel mandamento II di Crema, circondario II di Crema, provincia di Cremona. Alla costituzione nel 1861 del Regno d’Italia, il comune aveva una popolazione residente di 853 abitanti (Censimento 1861). In base alla legge sull’ordinamento comunale del 1865 il comune veniva amministrato da un sindaco, da una giunta e da un consiglio. Nel 1867 il comune risultava incluso nello stesso mandamento, circondario e provincia (Circoscrizione amministrativa 1867). Popolazione residente nel comune: abitanti 886 (Censimento 1871); abitanti 919 (Censimento 1881); abitanti 1.066 (Censimento 1901); abitanti 1.126 (Censimento 1911); abitanti 1.140 (Censimento 1921). Nel 1924 il comune risultava incluso nel circondario di Crema della provincia di Cremona. In seguito alla riforma dell’ordinamento comunale disposta nel 1926 il comune veniva amministrato da un podestà. Nel 1927 il comune di Pianengo venne aggregato al comune di Cremosano (R.D. 11 dicembre 1927, n. 2522).
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1953 - 1971: Nel 1953 venne ricostituito il comune autonomo di Pianengo disaggregandone il territorio dal comune di Cremosano (D.P.R. 9 luglio 1953, n. 566). In base alla legge sull’ordinamento comunale vigente il comune veniva amministrato da un sindaco, da una giunta e da un consiglio. Popolazione residente nel comune: abitanti 1.238 (Censimento 1961); abitanti 1.373 (Censimento 1971). Nel 1971 il comune di Pianengo aveva una superficie di ettari 587.
Lo stemma comunale: Il Comune di Pianengo è dotato di propri stemma e gonfalone, concessi con decreto del Presidente della Repubblica, n. 1414 in data 4 aprile 1985.
Caratteristiche:
- Stemma: troncato d’argento e di verde, all’edificio di tre corpi, di rosso attraversante, accompagnato in capo da un pezzo di corona dentata, convesso all’insù, munito di nove denti, di nero. Ornamenti esteriori da Comune.
- Gonfalone: drappo troncato di verde e di bianco riccamente ornato di ricami d’argento e caricato dello stemma sopra descritto con la iscrizione centrata in argento: COMUNE DI PIANENGO. Le parti di metallo ed i cordoni sono argentati. L’asta verticale è ricoperta di velluto dei colori del drappo, alternati, con bullette argentate poste a spirale. Nella freccia è rappresentato lo stemma del Comune e sul gambo inciso il nome. Cravatta con nastri tricolori nazionali frangiati d’argento.